Un ragazzino di 11 anni si è lanciato dal balcone, a Napoli, per “seguire l’uomo con il cappuccio nero”.
Così scrive su un bigliettino lasciato a mamma e papà.
Dalle prime indagini parrebbe che la vittima sia finita nell’ennesima “web challenge mortale”, come la Blue Whale.
I ragazzini vengono adescati con richieste di amicizie sui social (facebook, instagram, tik tok) da Jonathan Galindo, un personaggio inventato, che non esiste, con la faccia da pupazzo che ricorda, in modo inquietante, il personaggio “Pippo” della Disney.
L’immagine in realtà è stata “rubata” a Samuel Catnipick, un produttore cinematografico che l’ha realizzata nel 2017.
Una volta accettata la richiesta di amicizia si entra a far parte di un “gioco” virtuale, fatto di sfide, prove di coraggio e autolesionismo. Le sfide diventano sempre più ardue. Alcuni si sono tatuati il numero 666 ( il numero del diavolo) con una lama perché richiesto dal gioco.
Secondo le autorità, la difficoltà di trovare un utente dietro a questa maschera è dovuta al fatto che questi profili durino meno di 24 ore. Cancellandosi e creandone sempre di nuovi.
Un fatto agghiacciante che è nato negli Usa e , negli ultimi mesi, è arrivato in Germania, Spagna e adesso da noi.
Dietro a Jonathan Galindo si potrebbero nascondere molte persone con l’unico scopo di adescare bambini o ragazzini di giovanissima età con il fine di spaventarli e di istigarli al suicidio.
La Procura dei minori ha aperto un fascicolo e le forze di polizia hanno sequestrato tutti i device usati dal bambino. Prima di tutto il cellulare, poi una consolle in grado di collegarsi ad internet e quindi di interagire con altri utenti sparsi nel mondo. Tutto ciò che possa aiutare le investigazioni è stato portato via.
Bisogna tenere alta la guardia, segnalare e denunciare. Soprattutto tenere lontano dai social i bambini!
(Fonte Fanpage, ilmessaggero)